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Recensione apparsa sulla rivista Il Mucchion. 633, aprile 2007, sezione "Booklet", a firma di Maura Murizzi. Segue una lunga intervista, che proporremo in un futuro prossimoPer alcuni di noi i Wu Ming sono un po' gli Afterhours della narrativa italiana, la nostra band intoccabile malgrado qualche naturale differenza di vedute, il nostro faro nella notte in tempi di crisi del romanzo e morte del libro, e soprattutto l'unico gruppo in grado di spiazzarci ad ogni prova narrativa, l'unico per cui arte voglia dire soprattutto e prima di tutto ricerca. Risulta quindi attesissimo, e non solo per il pubblico italiano, questo nuovo lavoro che condivide con Q il titolo sibillino, l'etichetta di romanzo storico e la mole non proprio da instant-book (oltre 600 pagine per 5 anni di lavoro collettivo). Questa volta gli autori guardano al Nuovo Mondo, riscrivono la nascita dell'Occidente (inteso come luogo geografico ma anche simbolico e culturale: il Western ma anche il Tramonto) dalla parte dei nativi americani, che persero famiglia, identità e terra con sbronze di rum e firme da analfabeti prima, a prezzo di guerre e massacri poi. I personaggi storici si mescolano a quelli d'invenzione, gli eventi documentati a quelli immaginati, la storia scritta dagli europei al mito irochese: il risultato è un romanzo parodistico che in alcuni casi mima il gusto settecentesco per l'esotico e il primitivo (si vedano le battaglie sanguinose e violente in stile simi-Apocalypto o l'indiano che legge Diderot nella foresta), e per altri versi cita, e rovescia, l'immaginario cinematografico western con donne sagge e giovani eroici tra gli indiani, destini ineluttabili e cattivi brutti e sporchi tra i ribelli. Ma poiché i libri di Wu Ming sono curati con perfezione e perversione quasi dantesca, credo sia autorizzata anche una terza interpretazione di Manituana, per certi versi intrinseca a qualunque romanzo storico: credo cioè che sia concesso leggere tra le pieghe di quella nazione indiana, di quel tentativo di unire le forze contro una politica invasiva, impositiva, dissennata, un riferimento alla nostra attualità e ai nostri problemi di integrazione, libertà, esportazione di culture, imposizione di valori. Insomma una storia molto più attuale di quanto possa sembrare a prima vista e che si espande, oltre le pagine del libro, nel sito interattivo www.manituana.com e nei due romanzi paralleli che arriveranno da qui al 2012. 11.04.07 · in recensioni |