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Le rapide del Brandivino - di Wu Ming 4Un curioso caso di falsa omonimia, falsa conoscenza e riduzionismo. A proposito del trovare Tolkien dove non c'è.Nella geografia tolkieniana il fiume Brandywine (italianizzato in "Brandivino" nelle edizioni nostrane de Il Signore degli Anelli) scorre da nord a sud, dal Lago Nenuial, attraverso l'Eriador, fino a gettarsi nel mare occidentale. Nell'universo linguistico creato da Tolkien il nome Brandywine è un'anglicizzazione dell'originario termine hobbit Branda-nîn, che significa "acqua di confine", poiché le sue rive rappresentano il limite orientale della Contea. Successivamente il nome si sarebbe compresso in Bralda-hîm, ovvero "heady ale", con un gioco di parole tra "birra inebriante" e "birra impetuosa", in riferimento al colore biondo delle sue acque. Questo avrebbe per altro riavvicinato il significato del nome all'etimolgia primordiale in lingua Sindarin (la lingua elfica parlata nella Terra di Mezzo, da cui derivano gli stessi nomi hobbit), vale a dire Baranduin, "golden-brown river", che tolkienianamente potremmo tradurre con "fiume Brunoro". Anche negli Stati Uniti d'America, nello stato di Pennsylvania per la precisione, esiste un fiume che si chiama Brandywine. Escludendo che il suo nome abbia a che fare con la birra della Contea di cui gli Hobbit vanno matti, visto che il fiume si chiamava già così ben prima che Tolkien nascesse, resta l'ipotesi che c'entri piuttosto una delle bevande favorite dai coloni tedeschi e olandesi: una mistura di brandy e vino di frutta (dall'olandese brandewijn). Ora si da il caso che l'11 settembre 1777 il Brandywine venne attraversato dalle truppe britanniche guidate dai generali Howe e Cornwallis, durante la manovra d'attacco contro l'armata di George Washington. La battaglia che seguì è ricordata come una delle più famose e sanguinose della guerra d'indipendenza. La si trova parzialmente descritta nel capitolo 29 della terza parte di Manituana. Non risulta che Tolkien si interessasse di storia americana. Da ragazzo aveva letto storie d'indiani delle praterie e racconti d'avventura, ma di certo crescendo il suo interesse si focalizzò in modo piuttosto esclusivo sulla storia d'Inghilterra antecedente la conquista normanna. Non sappiamo quindi se quando scrisse Il Signore degli Anelli fosse consapevole dell'esistenza del fiume Brandywine che scorre in Pennsylvania, ma è facile immaginare che la cosa lo avrebbe lasciato del tutto indifferente. Nonostante sia sufficiente una semplice ricerca su Wikipedia per scoprire che i due fiumi non hanno nulla a che vedere tra loro, diversi lettori di Tolkien e di Wu Ming sono partiti dall'omonimia fluviale per avanzare una lettura tutta tolkieniana del nostro romanzo. Così si sono avventurati in mezzo alle rapide del Brandivino alla ricerca di altre assonanze, prima fra tutte il viaggio via fiume che i protagonisti compiono attraverso il Nord America, che altro non sarebbe se non una citazione del percorso della Compagnia dell'Anello lungo il fiume Anduin, attraverso la Terra di Mezzo. Non solo: la partenza finale dei superstiti da Fort Niagara alla volta di Manituana equivarrebbe a quella di Bilbo, Frodo e Gandalf dai Porti Grigi al termine de Il Signore degli Anelli. I navigatori più spericolati hanno addirittura stigmatizzato le imprese guerresche di Brant, Lacroix & soci in termini di "caccia agli orchetti" ed equiparato gli Irochesi agli Elfi che abbandonano la Terra di Mezzo. Ora, io non voglio delegittimare alcuna lettura del nostro romanzo. Anzi, personalmente mi inorgoglirebbe il fatto di essere accostato a un grande narratore come il vecchio JRRT, se solo ciò avvenisse a buon diritto e non sfruttando coincidenze, pseudo-omonimie, o, nei casi estremi, una falsa conoscenza dell'opera di Tolkien (gli Elfi come gli Irochesi!?!). Siccome sono un estimatore di Tolkien e tengo anche al nostro lavoro, vorrei fare un po' di chiarezza. Per scrivere Manituana ci siamo basati su eventi storici documentati. Il viaggio fluviale degli uomini del Dipartimento Indiano avvenne realmente nei tempi e nei modi che raccontiamo. I Mohawk, per altro, erano abili barcaioli e le vie d'acqua erano le più utilizzate nella regione dei Grandi Laghi. Anche il tipo di guerra che si combatteva da quelle parti era spesso "navale" o - in alternativa - guerra boschiva, di inseguimenti e agguati in mezzo alla vegetazione più fitta, a caccia di scalpi e bottino (non di orchetti). Infine, le cronache raccontano della migrazione di molti superstiti delle Sei Nazioni irochesi alla fine della guerra, verso il Canada, attraverso il Lago Ontario e l'arcipelago delle Mille Isole, conosciuto con il nome di Manituana. E' chiaro che per scrivere il nostro romanzo non ci siamo lasciati ispirare da Il Signore degli Anelli (e tanto meno abbiamo cercato di ricalcarlo), ma abbiamo invece seguito gli eventi storici. Trasformare le coincidenze in qualcosa di più di quello che sono è un'operazione arbitraria dettata da un difetto di prospettiva, cioè voler ridurre a Tolkien anche ciò che con lui non c'entra niente. Se cerco Tolkien con la lente d'ingrandimento è molto probabile che da qualche parte lo troverò. Questo è tanto più facile perché l'epopea della Terra di Mezzo è profondamente radicata nell'immaginario letterario (e filmico) contemporaneo: anche chi non ha letto nemmeno una pagina del vecchio professore oxoniense ha almeno un'idea vaga di cosa siano gli elfi, gli hobbit, l'anello del potere, etc., e non si può affatto escludere che anche noi ne siamo stati influenzati mentre scrivevamo Manituana, o Q, o perfino 54. Ma questo non può legittimare l'equiparazione dei due romanzi sulla base delle coincidenze, senza tenere conto della macroscopica differenza filosofica in ballo. Il Signore degli Anelli racconta lo scontro tra Bene e Male, tra giusti e perduti, dove se i contorni dei due schieramenti possono a volte essere labili e gli sconfinamenti possibili, tuttavia i due principi sono sempre nettamente distinti e le scelte giuste sempre chiare all'orizzonte. Per stessa ammissione di Tolkien il suo romanzo più famoso ha un'impronta fortemente cristiana (e forse anche cattolica, visto che una sorta di provvidenza, o provvida sventura, ancorché non dichiaratamente divina, sembra giocare la sua parte). Sfido chiunque a trovare la stessa visione in un romanzo come Manituana, dove una distinzione tra buoni e cattivi è pressoché impossibile, e dove gli schieramenti in campo sono infinitamente più sfumati, mossi entrambi da ragioni tutt'altro che trascendentali. Manituana racconta la guerra tra due mondi e la scomparsa della loro intersezione. E' la storia di uno scontro di civilità che cancella lo spazio intermedio del meticciato. Il Bene e il Male come principi metafisici non fanno nemmeno capolino, perché la storia umana materialisticamente intesa non sa cosa farsene. Ora, per farla breve, la domanda è una soltanto. Di fronte a una differenza così abissale, sono sufficienti un viaggio in barca, qualche agguato nella foresta e una pseudo-omonimia per dire che Manituana si ispira o ricalca il Signore degli Anelli? Io credo proprio di no, così come non mi sognerei di dire che The Departed è la rivisitazione di Mystic River, solo perché entrambi i film si svolgono nello stesso quartiere di Boston e le vicende narrate coinvolgono sbirri e malavitosi. In conclusione mi viene da dire che forse, invece di cercare col lanternino quello che non c'è, sarebbe meglio rassegnarsi al fatto che "la storia in generale, la storia delle rivoluzioni in particolare, è sempre più ricca di contenuto, più varia, più multilaterale, più viva, più astuta" (Lenin)... di quanto il miglior romanziere possa immaginare. E di quanto certi lettori siano disposti a riconoscere. 24.06.07 · in novità |